“Make in India” è un programma lanciato nel 2014 dal Primo Ministro Modi, che invita le aziende di tutto il mondo a stabilire le proprie fabbriche in India per poi esportare all’estero.
Il programma promuove investimenti in 25 settori strategici per l’economia nazionale.
Il governo indiano intende orientare lo sviluppo verso un modello incentrato sulla produzione ad alta intensità e intende trasformare l’economia indiana in un centro industriale globale.
L’India sta diventando una delle principali destinazioni globali per il settore manifatturiero: il Subcontinente si propone oggi come l’unica vera destinazione interessante nel quadrante asiatico, in termini di volumi e di crescita.
Gli obiettivi di “Make in India”:
- orientare lo sviluppo verso un modello orientato alla produzione ad alta intensità e non più ai servizi.
- trasformare l’economia del Subcontinente in un centro industriale globale.
- aumentare la crescita del settore manifatturiero di almeno il 10%.
- creare 10 milioni di posti di lavoro (di cui almeno 125.000 nei prossimi dodici mesi).
- aumentare il numero di fabbriche e di investimenti infrastrutturali stranieri.
I settori di riferimento del programma:
Per la corretta attuazione di “Make in India”, Nuova Delhi ha individuato 25 settori chiave, ritenuti di maggiore interesse per gli imprenditori stranieri e che, secondo Modi, presentano un maggiore potenziale per contribuire in modo esponenziale alla crescita del Paese e per accrescere il suo ruolo a livello globale. Questi settori saranno oggetto di sgravi e incentivi fiscali, tra cui: automobilistico, informatico, agroalimentare, tessile, edile, infrastrutture, turismo, chimico, farmaceutico, elettronico, energetico e delle telecomunicazioni.
Secondo il programma, il Governo, per facilitare l’afflusso di capitali dall’estero e creare un ambiente più favorevole alle imprese, continuerà nel processo di snellimento delle procedure burocratiche che ostacolano l’ingresso di questi capitali, attuando misure volte alla deregolamentazione, che siano al contempo chiare, rapide e trasparenti.
Il Governo intende inoltre promuovere ulteriormente il ruolo delle micro, piccole e medie imprese, che possono svolgere un ruolo fondamentale per far fare al Paese il salto necessario per affermarsi come hub globale del settore produttivo.
Ad oggi, le PMI rappresentano il 90% di tutte le unità industriali e il 40% del totale delle esportazioni manifatturiere locali. Una situazione molto simile a quella italiana e che fa ben sperare sulle potenzialità delle imprese italiane verso il Subcontinente.
Iniziative complementari:
DIGITAL INDIA, con l’obiettivo di fornire infrastrutture adeguate (servizi internet ad alta velocità) e-Government, e potenziamento digitale per tutti i cittadini;
START UP INDIA, con l’obiettivo di aumentare il tasso di innovazione dell’economia indiana, delineando un regime di incentivi fiscali e agevolazioni amministrative volte a promuovere l’ecosistema delle start-up in India;
SMART CITIES, con l’obiettivo di sviluppare più di 100 città intelligenti e all’avanguardia. La visione fondamentale dell’iniziativa è quella di fornire un adeguato approvvigionamento idrico, garantire la fornitura di energia elettrica, servizi igienici, compresa la gestione dei rifiuti solidi, un’efficiente mobilità urbana e trasporti pubblici, alloggi a prezzi accessibili, una solida connettività e digitalizzazione e una migliore governance e partecipazione dei cittadini;
SCHEMA NAZIONALE DI PROTEZIONE SANITARIA, con due obiettivi: la creazione di una rete di infrastrutture per il benessere della nazione, la promozione di servizi sanitari di base completi e la garanzia di una copertura assicurativa sanitaria per almeno il 40% della popolazione indiana che non dispone di servizi sanitari.